Non è pazzia ma amore

Mi riferisco al mi ero dimenticata di questo e quello, come andare in auto con papà.
Durante il tragitto verso casa, quest’ultimo non mancò di esibirsi con il suo solito rituale di guida. Lo ha sempre fatto con tutte le operazioni che in qualche modo il suo cervello ritenesse stressanti o complicate. Le frasi chiave, immancabili nell’accompagnare l’azione, sono prevedibili: apro lo sportello e chiudo lo sportello, inserisco la chiave e guardo nello specchietto laterale, inserisco la prima e tutte le altre marce, metto la freccia o tutte e quattro.
Le novità del momento furono prendo in braccio Carla e la accomodo sul sedile, ma anche apro il portellone del bagagliaio e carico la sedia a rotelle, ovviamente dopo piego la sedia a rotelle.
Mentre mise in moto e ci avviammo ad abbandonare quella che era stata la mia casa per dieci anni mi rammentai di tutta la compilation.
Papà che cucina e papà che carica la lavatrice, che stende i panni o che monta una libreria.
Caspita, ricordo che un giorno mi dissi che non ci sarebbe potuto essere migliore esempio dei vantaggi del concentrarsi sul bicchiere mezzo pieno.
Mio padre dice tutto quel che gli passa per la mente nel momento esatto in cui lo fa, oppure, siamo così legati che riesco addirittura ad ascoltare i suoi pensieri.
Non è pazzia, bensì amore. Meglio, no?
Carla
Da Carla senza di Noi
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